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Biografia

 

UN RAGAZZO INTRAPRENDENTE

Bruno Zavagli è nato il 1° settembre del 1918 a Firenze.

Dopo la maturità classica al Liceo Dante, si iscrive a Giurisprudenza e si laurea il 22 giugno 1940 con il massimo dei voti e la lode. Giusto in tempo per partecipare al secondo conflitto mondiale e alla spedizione militare italiana in Russia.

Bruno Zavagli è un sottotenente di ventitré anni. Il suo incarico occupa due righe fitte di genitivi: comandante della 741a sezione del 117º autoreparto del XVIII Autogruppo pesante del 7º Autoraggruppamento pesante di Armata”. Così lo ricorda Alfio Caruso nel suo libro “Noi moriamo a Stalingrado” [Ed. Longanesi]

Dalla Russia Bruno – nonostante sia ufficiale automobilista – torna a piedi, salvandosi a stento dal congelamento, come racconterà più tardi nel libro “Solo un pugno di neve” [Ed. Mursia, 1966].

Al termine della guerra consegue il 3 marzo 1944 anche la Laurea in Scienze Politiche e, sposatosi il 9 giugno 1945 con Eliana Frilli [da cui ha due figli, Barbara nel 1946 e Andrea nel 1950], inizia la professione di avvocato nello studio di Via Martelli 5 a Firenze.

Agli esordi professionali divide lo studio con il collega Avv. Prof. Giancarlo Giannozzi (altro appassionatissimo di sport e Presidente per lunghi anni della FIPAV). Alla professione affianca ancora, svelando la propria poliedricità di interessi, la passione per la montagna e la scherma, passioni che aveva già avuto modo di coltivare  nel GUF.

Nel 1949, infatti, aveva dato alle stampe un manuale sul campeggio (“Il Campeggio”; Ed. Olimpia – anche con lo pseudonimo di RABO VANZUGLI) e nel 1950, alla morte di Roberto Raggetti, inizia – con altri amici e colleghi schermitori – ad interessarsi della gestione del Circolo di scherma fondato a Firenze dal campione marchigiano e che da allora viene a lui dedicato come “Circolo di Scherma  R. Raggetti”.

Non disdegna nemmeno il calcio e quando, a dicembre del 1950, viene chiamato a fare parte del nuovo Consiglio Direttivo della A. C. Fiorentina presieduto da Enrico Befani, si lancia con entusiasmo anche in questa avventura seguendo le sorti della squadra sino all’epico primo scudetto del 1956 ed oltre.

E’ sempre nel 1956 che Bruno lascia le prime tracce della propria attività automobilistica iniziando a partecipare a gare di regolarità: tracce un po’ confuse visto che sino al 1961 alterna la propria attività sotto i colori di due scuderie: la Clemente Biondetti di Firenze e la Mediolanum di Milano.

Nel gennaio del 1961 nasce l’idea nuova: Bruno costituisce, insieme ad altri amici appassionati, la Squadra Piloti Toscani Bardahl, la prima scuderia ad avere nel logo il nome di uno sponsor, che ben presto perde la limitazione “territoriale” per divenire Squadra Piloti Bardahl, .

Inizia così una intensa attività che lo vede impegnato sia come corridore che come Presidente della Squadra (e per alcuni mandati anche quale Vice Presidente della F.I.S.A. [Federazione Italiana Scuderie Automobilistiche]) sino alla fine del 1970 quando la Bardahl decide di terminare la “sponsorizzazione” del team. Contatta nuovi sponsors, ma l’automobilismo (e non solo quello) sta cambiando e, vista l’inutilità della ricerca, si mette a disposizione per almeno salvare – con l’Avv. Piero Conte – la storica tradizione dei piloti toscani: dopo lunghe “trattative” i resti della Clemente Biondetti e della Bardahl, per non disperdere le residue ultime forze, si uniscono nella “Firenze Corse Biondetti”. Sono gli anni nei quali si affrettano i lavori per realizzare quel Circuito del Mugello che, ipotizzato nel 1966, lentamente vede collaborare politici e sportivi per la costruzione dell’impianto che va a completarsi – tracciato e fabbricati essenziali – nel 1972.

Proprio in quell’anno Bruno istituisce il “Premio HP” [un riconoscimento al merito di personaggi dello sport automobilistico italiano] che, da Presidente della “Firenze Corse Biondetti”, consegna per il 1972 all’Ing. Enzo Ferrari e, successivamente, per 1973 all’Ing. Carlo Chiti, per il 1974 all’Ing. Giovanni Canestrini e nel 1975 all’A. C. I. di Firenze, nella persona dell’Ing. Pasquale Borracci, uno dei maggiori artefici del Circuito e grande sostenitore dello sport automobilistico toscano.

Sono comunque gli anni del progressivo distacco, dopo quello avvenuto nel 1958 dalla A. C. Fiorentina, dal mondo delle corse ma anche quelli del coinvolgimento sempre più intenso in una nuova avventura.

Dagli anni ’60 collabora come giornalista a quotidiani ed alcune riviste di automobilismo (Auto Italiana e Autorama) continuando a svolgere ad alto livello la professione forense dalla quale, forse, si sente ancora più stimolato, dopo avere narrato nel 1966 la propria avventura di guerra, a cimentarsi nell’attività di scrittore. Scrive una trilogia avente ad oggetto la storia di una immaginaria famiglia toscana (I Paganeschi), una Storia dell’Automobile per ragazzi, un libro sui Rally e, successivamente, alcuni romanzi, racconti, opere teatrali ed un piccolo “giallo pallido”.

Nella Scherma dalle prime nomine nel Consiglio del Comitato Toscano della Scherma, dagli anni ’70 collabora all’attività istituzionale venendo chiamato a partecipare a vari Consigli della Federazione Italiana Scherma con la quale, cessata la lunga avventura della Presidenza del Circolo Raggetti, collabora anche a livello internazionale.

Gli anni sulle spalle cominciano a farsi numerosi ma forse la “pesantezza” maggiore è quella della vita che intorno a Bruno sta rapidamente cambiando. Fino a tarda età resta con lo stesso entusiasmo e curiosità che lo spingono a partecipare con successo a concorsi di poesia per “Over 60”, confermando quella poliedricità di interessi che ha caratterizzato la sua vita a partire dalla giovinezza: per questo, ancora oggi, ci piace definirlo “un ragazzo intraprendente”.

                                                                                                                                             I Figli Barbara e Andrea

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Bruno Zavagli si è spento il 6 agosto 2015